Un piano di nove priorità di azione per fare dell’economia circolare la leva strategica per la ripresa post pandemia: è questo l’obiettivo del documento “Le priorità ICESP per la ripresa post COVID-19”, presentato in occasione della 3a Conferenza annuale della Piattaforma italiana per l’economia circolare (ICESP), coordinata da ENEA, al quale hanno contribuito oltre 550 esperti, in rappresentanza di 200 organizzazioni.
Rispetto allo scorso anno, la Piattaforma ha visto un raddoppio dei partecipanti, tra i quali: esponenti di Istituzioni, imprese, associazioni di categoria, società civile e mondo della ricerca.
I nove ambiti prioritari identificati dal Piano - che vede come primi destinatari i Ministeri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e dello Sviluppo Economico - sono: governance; formazione e cultura; infrastrutture; strumenti economici; strumenti normativi; strumenti di misurazione; eco-progettazione e consumo circolare; mercato dei sottoprodotti e riciclati; pianificazione integrata e gestione urbana-territoriale.
Si conferma l’importanza per l’Italia di dotarsi di una strategia nazionale per l’economia circolare e di un piano di azione, con chiari target e step di realizzazione, e di un istituto di coordinamento dell’economia circolare, sfruttando competenze e strutture esistenti, con principale ruolo di supporto a PA centrale e locale, alle imprese e ai cittadini. Il piano di azione deve essere basato su un approccio sistemico, fondato su multidisciplinarietà e collaborazione tra tutti gli attori, dalle istituzioni alle imprese, dai centri di formazione e ricerca ai cittadini, in grado di intersecare trasversalmente diversi ambiti e settori della vita sociale ed economica nazionale e di aumentare la sostenibilità del Paese e la competitività delle imprese nazionali.
Tra i fattori strategici di una ripresa post-Covid è emersa la necessità di orientare i sistemi di produzione e consumo verso nuovi modelli circolari che coinvolgano attivamente anche i consumatori, potenziando il diritto di accesso a informazioni e servizi trasparenti anche attraverso la digitalizzazione e l’IoT. Sarà fondamentale avviare un vero e proprio cambiamento culturale, intervenendo in modo trasversale a livello di educazione primaria, secondaria, accademica e aziendale allo scopo di creare nuove figure professionali, sia nel pubblico che nel privato.
Un altro aspetto emerso durante la conferenza è la trasformazione di città e territori in modelli circolari con la cruciale partecipazione attiva di tutti gli stakeholder che possano favorire processi decisionali partecipativi, iniziative di citizen science e la costituzione di una cabina di regia nelle amministrazioni locali con azioni su obiettivi ambientali, sociali ed economici.
La transizione dall’economia lineare all’economia circolare implica un cambio di paradigma che necessita di un cambiamento anche drastico dei sistemi e mezzi di produzione di beni e servizi, del nostro modo di consumare, delle politiche e degli approcci culturali relativi e del modo di consumare.