Il progetto VEG4FUN presentato alla Conferenza ‘Novel Foods and Novel Food Production: a Solution to Food Systems Sustainability?’
Lo scorso 10 Marzo si è svolta a Roma presso la sede della American University of Rome (AUR) la Conferenza dal titolo ‘Novel Foods and Novel Food Production: a Solution to Food Systems Sustainability?’ nell’ambito del Master in Food Studies e del Center for Food Studies dell’AUR, con il patrocinio scientifico della European Society for Rural Development.
Lo scorso 10 Marzo si è svolta a Roma presso la sede della American University of Rome (AUR) la Conferenza dal titolo ‘Novel Foods and Novel Food Production: a Solution to Food Systems Sustainability?’ nell’ambito del Master in Food Studies e del Center for Food Studies dell’AUR, con il patrocinio scientifico della European Society for Rural Development.
Obiettivo del convegno era contribuire, da una prospettiva di scienze sociali, alla conoscenza e all'evidenza empirica sul tema dei Novel Foods e della loro produzione con particolare riferimento all’individuazione delle principali linee di dibattito, alle forme di regolazione e alle politiche per rafforzarne il controllo democratico, alla valutazione delle attuali conoscenze sul consumo di nuovi alimenti e il loro impatto sulla salubrità e sostenibilità delle diete
Tra i prodotti alimentari sempre più indipendenti dalle materie prime tradizionali che sono proposti dalle start-up di nuova generazione emersi dai lavori della Conferenza, oltre ai sostituti vegetariani per proteine animali (che sono le principali ‘indagate’, essendo la loro produzione tradizionale vista come la maggior fonte di perdita di biodiversità, cambiamento climatico e sfruttamento del suolo), vi sono anche una serie di novel food basati sull’identificazione di nuove molecole con precise caratteristiche funzionali e sulla coltivazione di cellule animali e vegetali.
In questo contesto si è inserito l’intervento dal titolo ‘Quanto è accettabile la sostenibilità? Prime evidenze dal progetto “Cellule vegetali per la produzione di alimenti ad alto valore nutrizionale (VEG4FUN)”’ finanziato dall’iniziativa Proof of Concept dell’ENEA e presentato da Silvia Massa, Ombretta Presenti, Gian Paolo Leone, Raffaela Tavazza della Divisione Biotecnologie ed Agroindustria del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi produttivi e territoriali, in collaborazione con la Professoressa Mariella Nocenzi e la Dottoressa Arianna Calderamo del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza Università di Roma.
Il progetto VEG4FUN, finanziato dal Programma ‘Proof of Concept’ dell'ENEA e diretto dalla Dott.ssa Silvia Massa, ha lavorato alla messa a punto di colture in ambiente controllato di cellule vegetali come ingredienti per alimenti sani, e ha offerto un significativo contesto di analisi per la rappresentazione dei processi fin qui descritti. Infatti, a fronte di una crescente domanda da parte di consumatori sempre più informati di prodotti alimentari sicuri, sani e naturali per garantire il proprio benessere, l'offerta del sistema produttivo potrebbe essere limitata nel medio-lungo periodo a causa dell'impoverimento delle materie prime vegetali - soprattutto per l'impatto di problemi come il cambiamento climatico - e l'aumento demografico del pianeta previsto nei prossimi decenni.
In questo contesto, industrie di trasformazione agroalimentare, consumatori e laboratori scientifici intrecciano reciproche aspettative e scelte in uno scenario complesso di cui un’analisi sociologica può leggere le dinamiche.
La ricerca sociologica svolta all’interno di VEG4FUN ha utilizzato una metodologia mista qualitativa e quantitativa per indagare prima in un gruppo di consumatrici e foodblogger affezionate ai prodotti di un’azienda collaboratrice, poi in un gruppo di controllo, la potenziale accettabilità di una produzione con cellule vegetali coltivate in un laboratorio per alimenti riconosciuta come biologica e innovativa. Con l'indagine quantitativa (questionario), la determinazione emersa dalle interviste sui tratti alimentari sani e sostenibili in quelli di naturalità, nutrizionalità, conservazione della biodiversità, riduzione degli sprechi e di varie forme di inquinamento, e la proiezione degli effetti nel futuro, ha consentito di verificare su un campione più ampio quali siano i criteri di accettabilità del novel food coltivati con tecnologie innovative.
I principali risultati confermano che cresce la consapevolezza dell'importanza delle tematiche ambientali nell'orientamento dei comportamenti quotidiani, soprattutto di quelli che sono supportati dall'utilizzo di risorse naturali non rinnovabili o, comunque lavorati per uso umano con procedimenti e trattamenti invasivi.
Questa consapevolezza è alimentata da fonti informative sempre più accessibili, ma anche da un costante affinamento del linguaggio scientifico per raggiungere i non addetti ai lavori che sono importanti stakeholders. A ciò si aggiunge l'esperienza diretta di eventi prodotti dagli effetti dell'intervento umano sull'ambiente, che condizionano i comportamenti stessi, rimodellando infine le modalità con cui gli individui soddisfano i propri bisogni e ciò che si aspettano dagli altri.
Emerge uno scenario all'interno del quale gli individui sono chiamati a scelte di consumo spesso costrette tra esigenze personali e collettive in condizioni in cui non sono affatto liberi di prendere la propria decisione: quelle informazioni o conoscenze possono non essere pienamente accessibili, lasciandoli ignari dei rischi e delle opportunità che devono affrontare; la loro capacità di adattamento alle trasformazioni in atto può essere limitata da capacità economiche, culturali, quindi collettive, ma anche personali.
Sono stati delineati alcuni profili dalla possibilità di conoscere i modelli comportamentali dei consumatori di prodotti identificabili come innovativi, attenti alle tematiche ambientali, ma anche alla gratificazione sensoriale e salutistica di chi acquista quel prodotto, senza trascurare la qualità /rapporto prezzo:
- innovatori, fautori di una produzione sostenibile che non disdegna la tradizione, ma la pone come punto di partenza per progressivi e necessari avanzamenti nelle tecniche e nei procedimenti che strutturano la filiera alimentare. Si tratta di consumatori con un livello di istruzione medio-alto che uniscono le proprie conoscenze a informazioni acquisite indipendentemente da quelle che considerano fonti attendibili, trasformandosi in fonti informative (food blogger) utili a sé e agli altri della famiglia, nei gruppi di quartiere, occuparsi direttamente degli acquisti.
- tradizionalisti, non perché contrari all'innovazione, ma perché nella continuità delle procedure - per esempio quelle della coltivazione o della presentazione del prodotto nella sua confezione e con le consuete informazioni al consumatore - traggono i riferimenti utili per operare le proprie scelte. Spesso sono consumatori con un buon livello di istruzione, hanno esperienza di consumo, essendo di età intermedia, e si affidano ad elementi con cui hanno una consolidata familiarità per rifuggire da quelle novità che potrebbero riservare rischi piuttosto che opportunità.
- egocentrici sono quei consumatori che danno priorità alle proprie esigenze sensoriali e salutistiche, privilegiando gli aspetti tangibili e visibili del prodotto che si rivolgono ai propri bisogni di consumo indipendentemente dal legame fiduciario con l'azienda o dalle tendenze culturali che potrebbero altrimenti orientare il loro comportamento. Questi consumatori sono da ricercare tra gli anziani che hanno esigenze specifiche legate alla salute, tra coloro i cui stili di vita sono forse anche orientati alla sostenibilità, ma che antepongono la propria soddisfazione a quella della tutela dell'ambiente
- involontario, perché consumatori che, per difficoltà economiche, povertà educativa, scarsa alfabetizzazione digitale, condizioni di salute ecc., manifestano comportamenti di consumo simili per certi aspetti a quelli degli egocentrici o dei tradizionalisti e sembrerebbero contrari a sviluppare un atteggiamento verso un consumo sostenibile. In realtà, a volte non ne conoscono il significato e le caratteristiche, altre volte sono informati e consapevoli, ma hanno impedimenti tali da non riuscire a provare un nuovo modello di consumo.
In conclusione, le peculiarità del settore alimentare e la tecnica di coltivazione delle cellule vegetali in ambiente controllato possono determinare condizioni di consumo che misurano l'accettabilità sociale di colture cellulari innovative destinate ad aumentare nel prossimo futuro.
Il convegno si è inserito nella tematica attualmente molto dibattuta in ambito scientifico, politico e pubblico della sicurezza e della sostenibilità alimentare, sfide globali che derivano dalla combinazione della crescita della popolazione con il rapido esaurimento delle risorse naturali. In questo contesto si inseriscono anche due importanti eventi europei che avranno luogo a breve: l’ EFSA’s Scientific Colloquium 27 “Cell culture-derived foods and food ingredients” e la ‘1st International Cellular Agriculture conference’ organizzato dal VTT Technical Research Center of Finland
Riferisce a questo ambito anche il recentissimo schema di disegno di legge recante "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici" approvato il 28 Marzo scorso dal Consiglio dei Ministri. In specifico riferimento a questo argomento, in allegato una nota di approfondimento.
Link alla scheda Progetto
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Programma 1st International cellular agriculture conference | 286.16 KB |
Nota di approfondimento | 177.78 KB |