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Progetto Blue Lakes: risultati preliminari e Protocollo per il monitoraggio delle acque interne

I dati preliminari del monitoraggio delle microplastiche nei due laghi pilota, Bracciano e Trasimeno,  sono stati presentati ieri, 12 luglio, a Piediluco (TR), nel corso di un incontro dedicato ai giornalisti per illustrare il primo Protocollo di ricerca elaborato appositamente per le acque interne nell’ambito del progetto Blue Lakes.

Lofo progetto Life Blue Lakes

I dati preliminari del monitoraggio delle microplastiche nei due laghi pilota, Bracciano e Trasimeno,  sono stati presentati ieri, 12 luglio, a Piediluco (TR), nel corso di un incontro dedicato ai giornalisti per illustrare il primo Protocollo di ricerca elaborato appositamente per le acque interne nell’ambito del progetto Blue Lakes. Durante la mattinata a Piediluco, è stato illustrato il protocollo di monitoraggio messo a punto dal team di ricercatori di ENEA, Arpa Umbria e Legambiente. La metodologia prevede il prelevamento di campioni su 5 transetti in acqua e 4 sulle spiagge, che vengono indagati in 4 campagne stagionali. I retini manta e bongo sono gli strumenti usati e assieme al tempo di retinata, alla velocità con cui la barca deve procedere, sono elementi del protocollo sperimentato.

Per ogni matrice ambientale esaminata - acque superficiali, colonna d’acqua e sedimenti di spiagge lacustri - oltre al protocollo operativo di campionamento ne è stato elaborato anche uno per le analisi di laboratorio. Per affinare ulteriormente le indagini, a marzo del 2022 si è aggiunto alle aree di indagine anche il lago di Piediluco, sistema lacustre con differente conformazione e condizione idrodinamica che fornirà nuovi elementi al protocollo di monitoraggio.

Ad oggi la maggior parte della ricerca sui detriti di plastica è focalizzata sui mari e gli oceani e persino le tecniche e i protocolli di campionamento disponibili sono stati sviluppati per i sistemi marini. I dati ottenuti sulla quantità e tipologia di microplastiche nei corpi idrici lacustri consentono di colmare il gap di conoscenze rispetto ai numerosi studi condotti nei mari e negli oceani in tutto il mondo, di studiare questo fenomeno complesso e ampiamente diffuso e la standardizzazione dei metodi di monitoraggio è fondamentale per confrontare dati, valutare la distribuzione e l’apporto di particelle nella dinamica terra-mare. Inoltre, il progetto prevede di condividere metodi e protocolli con i tecnici regionali degli enti preposti come le ARPA, attraverso varie iniziative come corsi di formazione e seminari con le autorità competenti . Il prossimo appuntamento di tre giorni è in programma alla fine di settembre - con l’obiettivo di ampliare il monitoraggio ad altri laghi italiani ed europei. 

 

Personale di riferimento: 
A cura di: 
Redazione Divisione Impatti Antropici e del Cambiamento Climatico sul Territorio
Ultimo aggiornamento: 18 Luglio 2022