I ricercatori ENEA del laboratorio di Tecnologie biomediche hanno sviluppato e brevettato un nuovo dispositivo portatile per tarare e uniformare le diverse macchine per tamponi molecolari e renderle anche capaci di individuare le varianti del Covid, inviando i dati in tempo reale a un centro di controllo.
“Individuare le varianti virali in sede di diagnosi è stato uno dei primi problemi che si è dovuto affrontare durante la pandemia da Covid-19, così come il controllo in tempo reale sul territorio del numero dei contagiati”, spiega il ricercatore ENEA Vincenzo Cesi, inventore del brevetto, che aggiunge: “Le macchine POCT (Point Of Care Test) e i kit autorizzati dal Ministero della Salute sono eterogenei sia per meccanismi di funzionamento che per sensibilità, oltre che fra di loro. Da qui l’esigenza di ideare un dispositivo innovativo che risolva entrambe le problematiche, permettendo inoltre di effettuare tamponi in loco laddove si verifichino focolai”.
Il dispositivo consente anche la formazione e il controllo dei livelli di competenza e manualità dell’operatore, il monitoraggio dello stato di usura e di taratura della macchina per tamponi molecolari e la verifica, miglioramento e standardizzazione dei protocolli di rilevazione virale.
“Utilizzando il percorso formativo che il dispositivo permette è possibile fare formazione specifica ad operatori sanitari e tecnici di laboratorio che non si siano mai trovati prima a dover eseguire tamponi molecolari in breve tempo, consentendo di allestire postazioni mobili immediatamente operative anche in assenza di personale già specificamente formato”, prosegue Cesi.
Infine il dispositivo consente l’adeguamento istantaneo di tutte le macchine in rete a protocolli e settaggi per l’analisi di altri ceppi virali o batterici, permettendo di avere pronto in futuro un sistema di tamponi in caso di diversa epidemia o pandemia. “Saremo anche in grado di riconvertire tutte le macchine POCT per l’analisi dei patogeni in agricoltura, zootecnia e per il controllo delle specie autoctone, a tutela dei marchi IGT, DOP, DOC e DOCG una volta fuori dall’emergenza, dando un nuovo scopo allo sforzo economico e tecnologico affrontato”, conclude Cesi.