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Batteri "mangia detriti" restaurano una tela del 1730

Restaurare un’opera grazie ai batteri “mangia-detriti”, nel rispetto dei materiali originali della tela e dell’ambiente. È questo l'approccio sviluppato da ENEA e applicato sulla tela del 1730 "Il martirio di San Giacomo rivelato" di Tarquinio Grassi nella Chiesa della Parrocchia di San Giacomo a Soriso, Novara.

Particolare del restauro della tela Il martirio di San Giacomo rivelato di Tarquinio Grassi.

È un moderno approccio alla conservazione dei beni culturali che non mira a ripristinare uno stato originario impossibile da recuperare, ma a trasmettere i loro valori materiali e immateriali dell'opera. In questo contesto, la biopulitura operata da batteri mangia detriti emerge come una tecnica innovativa, sostenibile e rispettosa dei materiali originali, in grado di rimuovere depositi senza danneggiare i materiali originali. Le ricerche condotte da ENEA confermano l'efficacia di questa metodologia.

Posizionata sulla parete in fondo al presbiterio, nel 2005 la tela è stata protetta con una velina affinché non fosse rovinata dai lavori di recupero della volta sovrastante, senza però essere mai più scoperta. Rimuovere la velina ormai incollata alla tela avrebbe significato danneggiare gravemente l’opera. Ed è qui che entrano in gioco i batteri, grazie all’intervento innovativo finanziato da Fondazione CRT e Fondazione Comunità Novarese, realizzato da ENEA. 
Ma in cosa consiste il processo di biopulitura e come si è arrivati alla definizione del batterio più adatto a questo specifico intervento?

Approfondimenti 

Leggi l'articolo Biorestauro: una nuova frontiera per la Conservazione dei Beni Culturali
 

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A cura di: 
Redazione Divisione Impatti Antropici e del Cambiamento Climatico sul Territorio
Ultimo aggiornamento: 1 October 2024