ENEA ha sviluppato un sistema modellistico ad alta risoluzione in grado di stabilire con precisione l’inizio della stagione dei pollini e di monitorarne la diffusione in tempo reale soprattutto per graminacee, olivo, betulla, ambrosia e ontano, tra i principali responsabili delle allergie stagionali. Lo studio che ha portato all’innovazione modellistica è stato condotto nell’ambito del progetto MEETOUT, in collaborazione con Università di Verona, Arianet, ATS Milano e ARPA Veneto. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Agricultural and Forest Meteorology [1] e aprono la strada verso un maggiore supporto nella prevenzione e nella gestione delle malattie respiratorie legate all’esposizione ai pollini.
Il sistema è stato testato con successo in Veneto dove si sono simulati i processi di dispersione, diffusione a lungo raggio e deposizione del polline con una risoluzione spaziale di 3 km, e a calcolarne le concentrazioni su base oraria per l’anno 2019. Tutto questo è stato possibile utilizzando mappature di copertura vegetale molto dettagliate, algoritmi di rilascio stagionale del polline e previsioni meteorologiche. Per le sue notevoli potenzialità il nuovo sistema di previsione dei pollini è stato inserito nel modello ENEA per il monitoraggio della qualità dell’aria e utilizzato finora per le previsioni quotidiane dei pollini su tutta Europa. Con questo studio si dimostra che il sistema può essere applicato con successo anche all’Italia e alle singole regioni.
Lo studio è stato condotto confrontando due tipi di mappe della vegetazione: una a bassa risoluzione (10 km con dati Copernicus) e una più dettagliata (tra 250 metri e 1 km, con dati sperimentali raccolti per lo studio). L’integrazione di dati dettagliati della vegetazione nel modello di qualità dell’aria ha migliorato significativamente le previsioni dei pollini di ontano, betulla, olivo e ambrosia, soprattutto per le aree complesse come le montagne, dove i dati ad alta risoluzione sono cruciali. Inoltre, questo nuovo approccio ha permesso di individuare l’inizio della stagione dei pollini con maggiore precisione rispetto a quanto fatto finora.
Le allergie da polline colpiscono circa il 20% della popolazione mondiale e sono influenzate da fattori climatici, geografici e vegetativi. Cambiamenti nella temperatura, nelle precipitazioni e nelle concentrazioni di CO2 potrebbero aumentare la quantità di polline e prolungare le stagioni allergiche. Inoltre, fenomeni come la scarsità d’acqua e la siccità spingono le specie vegetali verso latitudini più elevate, mentre il commercio globale introduce nuove specie che modificano l’ambiente e aumentano l’esposizione a nuovi allergeni.
Il monitoraggio aerobiologico è essenziale per stimare l’esposizione della popolazione al polline, ma presenta attualmente diverse limitazioni. Le reti di monitoraggio del polline sono poco diffuse a causa degli alti costi del conteggio manuale del polline, che può comportare un margine di errore del 20-30% a causa della variabilità nelle capacità di riconoscimento del polline da parte degli operatori. I bollettini pollinici vengono emessi settimanalmente, rendendo difficile fornire aggiornamenti più frequenti e impedendo una prevenzione efficace dell’esposizione.
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